Sabato ore 15, esco.
Finalmente è arrivato! Puntuale come se avessi una sveglia in testa.
Preparati, finalmente dopo una settimana puoi uscire.
Già alla mattina ho iniziato ad organizzarmi, guardare cosa mancava in casa. Raccogliere i sacchetti della differenziata, l’immondizia, il cestino in bagno. Che strano, sto giro non ho pensato a cosa mettermi.
Eh sì, uscire dopo ben 168 ore consecutive in casa era per me un grande evento.
E poi dovevo scombinare tutta la routine. Mattina mi alzo dal divano o dal letto, vado in cucina colazione. Raddrizzo casa e torno di nuovo in cucina, e accendo il pc. Lì, parte la lunga sequenza di attività che mi porta ad arrivare a sera con: post sui social, formazione online dalle 13 alle 14.30 (il pranzo nel mentre o dopo), poi telefonate amici, parenti, sistema gli appunti, studia e progetta il lavoro, prepara la cena, torva le foto per l’articolo, scrivi e click…pubblicato. Puoi andare a rilassarti.
Ecco così per 168h ma oggi è Sabato e sono le 14.38, fine del Webinar Lunch sullo Storytelling.
Ecco così per 168h ma oggi è Sabato e sono le 14.38, fine del Webinar Lunch sullo Storytelling.
Mi fa strano uscire, ormai mi sono abituata di uscire al mondo attraverso uno schermo. Chissà com’è fuori. Sì perché in questi giorni di pandemia, ci hanno chiesto di cambiare le nostre abitudini quotidiane. Ed io l’ho fatto.
Siamo bombardati dal messaggio restate a casa! Uscite solo se strettamente necessario.
Così ho scelto di finire tutto ciò che avevo in frigo, anche con abbinamenti assurdi, perché è una situazione di emergenza e posso contribuire solo così.
Ho resistito anche alla tentazione di venerdì di scendere per andare a buttare via l’immondizia. Vale non è Sabato, vai domani, tutto un unico giro! Ok coscienza hai ragione.
Sabato 14.50 mi alzo dalla sedia e vado verso la camera, inizio a pensare a cosa mettermi, strano ma vero l’ho deciso subito. Ma dove l’ho messa quella felpa che mi piace? Ah era tra le cose appena lavate….da quando sono a casa con queste belle giornate di sole, amo fare le lavatrici. I panni stesi al sole hanno un profumo diverso e poi ogni volta che esco vedo il mio ciliegio in fiore. Uno spettacolo della natura.
Io sono ferma ma la natura no, anzi gli abbiamo dato molto più spazio e lei sta crescendo più forte. Sta sistemando anche parte delle ferite che gli facciamo ogni giorno con il nostro inquinamento.
Sabato 14.55 calzetti, scarpe….oddio che sensazione strana metter su le scarpe chiuse. Dopo una settimana di ciabatte e piedi nudi. Stesso effetto chi si prova a fine estate, dopo 3 mesi di piede libero lo rimetti dentro ad una cosa stretta e pensi “ma che mi si è allargato il piede?”
Sabato 15.57 ah prendi le borse che ne abbiamo ormai un cumulo di quelle che si riusano, perché vuoi non stare attenta a non inquinare? Oggi prendo quella che mi ha fatto mamma all’uncinetto. E’ bella capiente e me li porto con me. Si fa strano vivere a distanza dai miei, dopo 18 anni ti abitui. Siamo una famiglia tech e siamo super uniti, anche distanti, da sempre grazie a Skype. Il Triangolo dei divani tra Trieste, Rimini e Miami.
Senza questa tecnologia sono certa che vivrei davvero peggio questa quarantena. Ma ho più compagnia adesso di quando “andava tutto bene”.
Ho scelto di lavorare come freelance da casa e quindi sono abituata a farmi compagnia. Ma avevo anche tante relazioni sociali, sempre in giro ma dal 23 febbraio che sono a casa.
Già la domenica sera ho ricevuto la prima telefonata che mi diceva “Guarda per disposizione ministeriale chiudiamo le lezioni, ci aggiorniamo per quella del 10 marzo ok?” (la risposta mentale è stata la prima #sticazzi e la seconda immaginavo…perché ho messo l’hashtag? fa più elegante)
Ecco così per 168h ma oggi è Sabato e sono le 14.38, fine del Webinar Lunch sullo Storytelling.
Si all’inizio doveva essere una settimana, poi sono diventate due e allora ho deciso di andare a Trieste. Volevo vedere come stavano i miei e fare un giretto di saluti agli amici.
Il sabato 7 marzo c’era timore ma tutto sommato si cercava ancora di uscire, di stare uniti nonostante i primi cambiamenti.
Non avevamo colto la difficolta? Pensavamo di contenerla in modo diverso? Boh…
Sabato 7 marzo ore 20 mi iniziano ad arrivare i messaggi del “come si sta a Rimini?” Altri “Riuscirai a tornare a casa?” Ed io a dire boh, cos’è successo? Intanto mangio con gli amici e domani capisco. Troppe notizie e pochi dettagli. Tornata a casa, dopo il susseguirsi di informazioni capisco che era meglio tornare a Rimini zona rossa, isolata.
Tanti sono scappati dalle zone rosse ed io ci rientravo. Folle? NO, ho solo pensato che se la situazione era così grave, potevo aver portato qualcosa o forse no in una zona verde. Era meglio rientrare e stare in casa mia e non con i miei genitori anziani.
Fatta la spesa, imboccata la strada e sono tornata a casa.
Tempo 2 giorni tutti Italia è diventa zona protetta. Per fortuna avevo il frigo pieno, sono uscita giusto a prendere il latte e l’acqua.
Da quel momento le persone hanno iniziato a far dirette sui social per qualsiasi cosa. Formazione ad altissimo livello completamente gratuita. Talmente tanta formazione che non sapevi più chi scegliere.
Così mi sono trovata ad avere il culo quadrato davanti al pc o allo schermo dello smartphone. Sempre costantemente connessa.
Ecco così per 168h ma oggi è Sabato e sono le 14.38, fine del Webinar Lunch sullo Storytelling.
Poi ho detto STOP….ESCO A FARE LA SPESA. Era Sabato ore 15.00 dopo il Webinar, esco-
Sabato ore 15.03 Ti pareva che non riuscivo ad esser puntuale anche stando a casa. Proprio tipico della Carbo, mi ero anche organizzata per bene: lista, borse, pensa all’outfit ma mancava una cosa fondamentale….le chiavi? Dove sono le chiavi di casa?
Booohhh?!?! Una settimana che non esco, e non erano nel solito posto…esatto!!! Erano nel giacchetto che avevo usato Sabato scorso.
A quel punto era vero stavo per uscire, chissà se fuori avrei trovato qualcuno? se c’era la fila?(eh no, non puoi uscire non truccata! Giusto, rimmel e via)
L’aria è calda, si sente cinguettare gli uccellini molto probabilmente perché la strada è deserta. Magari loro cinguettano sempre, ma noi non li sentiamo.
Alzo gli occhi al cielo e vedo dei gabbiani, sono fortunata di vivere la mare, anche se non lo vedo ormai da settimane ma il suo profumo, la brezza e la gente di mare…beh quello è un profumo che non si toglie dalle cose o dalle persone. Lo sai di cosa parlo vero? Quando riapri il borsone del mare, lo senti…ecco la gente che vive al mare è così.
Peccato sia grigio. Cavolo tutta la settimana con il sole e poi il week end brutto. Come al solito, almeno questo non è cambiato. Aaaahhh meno male, qualche punto fermo
Sabato ore 15.10 primo stop immondizia, ho scelto il bidone più lontano perché lì c’è anche il fruttivendolo, quello buono che ha la roba del contadino. Come ti avvicini, vieni accolto dai colori della frutta e verdura ben esposta, e poi il profumo. Al supermercato tutta sta roba non la senti, oppure la sento oggi perché le macchina da due settimane girano poco?
Sabato ore 15.44 Riempio la borsa e torno verso casa, primo giro fatto! Eh si, oggi ho ben le mie due ore di aria. Come l’altro Sabato dalle 15 alle 17.
Cavolo sono passata davanti al bar vicino a casa, quando avrei voglia di quel buon caffe e il sorriso della famiglia del bar “Da Roby”, chissà come stanno se si stanno godendo un po’ di tempo per loro, se stanno facendo dei lavori al bar…chissà.
Appoggio la spesa sul tavolo, mi fermo a guardare un attimo il mio tessoorrooo. Sì, mi sono sentita come un cacciatore che esce a prendere le sue prede. Sono uscita dalla mia grotta, che vi devo dire è parecchio confortevole e luminosa, perché dovrei uscire? Mi hanno detto di cambiare le abitudini e supportare le persone in difficoltà! Io lo faccio. Ahimè in pochi in questo momento stanno facendo queste maratone casalinghe. Mi auguro che nei prossimi giorni saremo di più in casa, perché come ha detto mio papà, e mi ha chiesto di dirlo a tutti i miei amici. Ed io lo faccio:
“Digli che Anna Frank che tutti hanno letto e conoscono è rimasta in una stanza per più di 24 mesi in una stanza”
Silenzio….non voglio aggiungere altro.
Sabato Ore 16.05 esco di nuovo per andare al supermercato, e prendere gli ultimi pezzi.
Adesso sono più euforica, vado al di fuori della mia via. Sempre a piedi, così finalmente faccio più di 10 passi consecutivi. Una sensazione strana, un silenzio che non riconosco, nessun volto da guardare e lanciare un sorriso.
Però come sono belli gli alberi in fiore, ma quant’è bella la primavera. Peccato che oggi non c’è il sole, ma cosa vuoi è il classico week end.
Giro l’angolo e vedo già due persone in attesa fuori, bardate di mascherine e guanti. Poi guardo meglio e la fila continua, 6 persone… ah no, sono anche dall’altro lato della strada. Ma da dove inizia sta fila? Wow incredibile, far la fila per la spesa.
Dai aspetto, sono le mie due ore d’aria in mezzo al mondo me le voglio godere.
Sabato ore 16.20 abbandono l’impresa, non si può rischiare di stare in fila, pur rispettando le distanze. Mi sparo 168h in casa per poi vanificarle lo sforzo in 5 minuti?
Ma non è stato l’unico pensiero. Sono andata via perché la gente era insofferente.
Tutti al telefono tutti a dire ma come sono disorganizzati, che la gente non sa quando andare a far la spesa e non so quante altre negatività ho sentito.
Ripeto io mi sparo ben 168h ore consecutive a casa, nutrendomi di cose positive, seguendo il “sacrificio” che mi hanno chiesto di fare e lo vanifico in una fila?
Mi viene in mente la frase di mio papà, il numero di morti fino ad oggi, un terremoto silenzioso che sta colpendo tutta Italia
…Silenzio dentro di me e la primavera fuori…
che sensazione strana, ma l’unico modo che ho per supportare i più deboli è avere cura di me e degli altri.